Neuromarketing: il profumo dei soldi
Lunedì 01 Ottobre 2018 - 08:08
Il Neuromarketing, o Marketing Sensoriale, è quel campo scientifico d'indagine e di comunicazione che punta al coinvolgimento dei vari sensi per aumentare le vendite.
Coinvolgere quindi più sensi oltre alla vista non solo è possibile, ma è anzi altamente consigliato. Infatti, seppure possa sembrare incredibile, la comunicazione visiva è quella meno efficace mentre quella olfattiva è quella con i risultati più interessanti.
Parola di Martin Lindstrom, vero e proprio guru mondiale del marketing e comunicazione, che grazie all'aiuto di due neuroscienziati (Gemma Calvert e Richard Silberstein) ed all'impiego delle più avanzate tecniche di scansione cerebrale (come ad esempio la Risonanza Magnetica Funzionale o la Topografia a Stato Stazionario), ha rilevato per tre anni le risposte neuronali dei numerosi volontari che hanno partecipato agli esperimenti.
Le rilevazioni di Lindstrom non lasciano spazio a dubbi ed indicano chiaramente che i brand di maggior successo riescono a imporsi all'attenzione del consumatore grazie all'opportuna sollecitazione della sua sfera affettiva.
Cambiare tipologia di comunicazione è quindi una necessitÃ
Sembra impossibile, ma la comunicazione visiva è la meno efficace. Ma perché?
La risposta è semplice: ne siamo ormai assuefatti. Tutta la pubblicità si basa infatti su una moltitudine di immagini, luci, colori ed il risultato è che in questo bombardamento visivo, tutto risulta appiattito e grigio.
Fate una prova: prendete un foglio stampato e sottolineate o evidenziate qualche parola. In questo modo queste spiccano e risaltano. Ma cosa succede se iniziamo a sottolineare tutto?
Il risultato sarà quello di un generale appiattimento, come quando il foglio era intonso.
L'olfatto invece, oltre che essere sicuramente meno stimolato (almeno scientemente) è decisamente il senso migliore su cui fare leva.
Pam Scholder Ellen, ricercatrice e docente di marketing alla Georgia State University, afferma infatti che "con tutti gli altri sensi, pensi prima di rispondere. Ma con l'olfatto il tuo cervello risponde prima che tu pensi".
L'olfatto è un senso "primordiale", lo usiamo istintivamente quando compriamo della frutta al supermercato o quando apriamo un libro. Restiamo inebriati dal profumo della persona che amiamo e percepiamo l'acquolina in bocca quando sentiamo l'odore della cucina della mamma. Questo perché i recettori degli odori attivano il sistema limbico, quelle aree del cervello che che supportano svariate funzioni psichiche come le emozioni, i ricordi ed il senso del benessere.
Posso sfruttare i profumi per aumentare le vendite?
Assolutamente sì! E non sarete nemmeno i primi a farlo!
Samsung, in alcuni negozi nel pieno centro della caotica New York, diffonde il profumo di frutti tropicali per far rilassare i propri clienti e per portarli psicologicamente su una spiaggia caraibica; British Airways invece irradia i terminal con l'essenza di erba appena tagliata, così da pacare lo stress delle lunghe attese nei freddi e sterili terminal d'imbarco; Nestlé crea le confezioni di Nescafé in modo che all'apertura venga rilasciata una forte fragranza di caffè, cosa altrimenti impossibile per prodotto liofilizzato.
Non siete ancora convinti? Provate a cercare su Google il termine RTX9338PJS e scoprirete che anche in luoghi già carichi di profumi ed odori tipici, le tecniche di Marketing Sensoriale vengono utilizzate abitualmente.
Quanto può fruttare il Marketing Sensoriale?
Se fatto in modo appropriato: parecchio!
Il dottor Alan Hirsch, pioniere delle neuroscienze e della ricerca olfattiva, tanto da essere definito il "Jacques Cousteau del naso", ha infatti condotto svariati esperimenti sul marketing sensoriale olfattivo ed i risultati sono stati a dir poco sorprendenti.
Un esperimento, ad esempio, consisté nel far entrare un gruppo di volontari in due stanze dall'aspetto identico in cui erano esposte scarpe snicker della Nike. In una stanza veniva irradiato un profumo di fiori mentre nell'altra dell'aria pura priva di odori.
Ebbene non solo l'84% dei soggetti ha dichiarato di preferire le scarpe nella stanza col profumo, ma questi erano inoltre predisposti a spendere mediamente 10 dollari in più per l'acquisto delle stesse rispetto ai soggetti nella stanza priva di fragranze.
Un esperimento similare fu condotto all'interno di un casinò di Las Vegas nelle aree delle slot machine. Di 3 aree prese in esame, quella con l'irradiazione di fragranze profumate ha registrato un incremento di giocate del 45% ed è stata rilevata una netta correlazione fra l'intensità del profumo e l'ammontare delle puntate.
Il Marketing Sensoriale sta riscontrando sempre più interesse fra chi ha un negozio, un'attività commerciale o, in generale, si occupa di marketing.
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